Premessa

Voglio premettere che questo è un diario totalmente personale, non sono qui per fare politica, sparare sentenze, emettere verdetti o convincere qualcuno di qualcosa.
Ho intrapreso questa strada , quella di diventare una vegetariana e futura vegan, per questioni personali. Quello che riporterò qui sono solo le mie esperienze, quello che provo, che vivo e sento, convivendo con questa nuova scelta di vita.
Tutto quello che scriverò, verrà sempre scritto in chiave ironica, da come si può già dedurre dal titolo.

Buona lettura!

sabato 26 aprile 2014

Il primo giorno, un nuovo inizio!

Il primo giorno da vegetariana avevo deciso di iniziare la colazione con una ricetta vegan di pancakes presa da internet, la ricetta per prepararli richiedeva: farina, zucchero, lievito in polvere, sale, latte di soia e olio vegetale; la cuoca in questione affermava che non avevano nulla da invidiare con quelli normali fatti con uova, latte e burro.
Volevo trattarmi bene, lo so, ma psicologicamente, anche se ero fortemente motivata, volevo pre-coccolarmi. I pancakes normali, li avevo già fatti in passato e mi erano sempre usciti buonissimi per cui, non correvo rischi, mi sentivo sicura e le mie papille gustative erano già entusiaste di provare questa nuova versione.
Preparo la pastella, inizio a cuocere il primo, sembrava tutto ok all’inizio, quando ad un certo punto vado per girarlo ma l’impasto si era clamorosamente attaccato al padellino e con tutta la paletta non sono riuscita a salvare la rotondità del pancakes che anzi si è tutto accartocciato e devastato.
“Va beh!” penso io “Mi rifaccio col secondo.”. Prendo un secondo mestolo lo verso sul padellino, ma nemmeno questa volta il risultato è quello desiderato.
Forse le dosi sbagliate? Forse poco olio nel padellino?
Fa niente, andrà meglio la prossima volta, anche se devo ammettere che se visivamente faceva letteralmente schifo, ma il sapore, con lo sciroppo d’acero, non era malvagio!
Arriva l’ora di pranzo e decido di cucinare il miglio, acquistato precedentemente per le sue proprietà benefiche per unghie e capelli, che ancora non avevo provato. La ricetta per condirlo, l’ho inventata io sul momento, per la preparazione del miglio avevo trovato una ricetta su internet.
Inizio la cottura del miglio e leggo che prima di cuocerlo con l’acqua conviene tostarlo in padella per qualche minuto con l’olio, sinceramente mi sembrava strano, date le piccole dimensioni del cereale, non so, ma alla fine non avendolo mai cucinato, non mi sono posta il problema più di tanto e mi sono fidata.

A casa: la curiosità!

Tutti mi guardavano come un’aliena.
Mio fratello faceva avanti e indietro dalla cucina continuando a chiedermi plurime volte: “Che fai, cucini brasiliano?”, ed io: “No, è cucina vegetariana!”; mia madre, guardava un po’ perplessa ma incuriosita aveva deciso di mangiare anche lei questo piatto; mio padre, invece, era totalmente disinteressato alla cosa, visto che ogni qualvolta non cucino qualcosa di tradizionale o comunque appartenente alla cucina mediterranea, lo considera una schifezza.
Arriva il verdetto metto il piatto a tavola, in passato avevo fatto il cous cous con le verdure ed era venuto bene, ed io, avevo un po’ questa idea del miglio, come se fosse una sorta di cous cous, solo che nel tostarlo, aveva assunto un sapore simile a quello del pop corn e quindi il risultato finale, era commestibile, ma dire buono era un parolone.
Per fortuna che mi sono rifatta con una cotoletta di soia e patatine cotte al forno.
Probabilmente avrò tostato troppo il miglio, ma credo che la prossima volta non lo tosterò per nulla e proverò direttamente a cuocerlo.
Come cena, avevo promesso ai miei nipoti di portarli a mangiare la pita gyros al ristorante greco (ovviamente la mia pita era vegetariana) , quindi sono stata ben contenta di stare lontana dai fornelli e credo lo sia stata tutta la famiglia a giudicare dalle espressioni fatte a pranzo.



Resoconto del primo giorno:
pensavo si
nceramente meglio, forse mi ero sopravvalutata, forse avevo sottovalutato la preparazione delle pietanze, credendo che fossero più facili, forse devo solo abituarmi a tutto questo nuovo mondo, non lo so, ma come dice Rossella O-Hara:





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